
Montagnole Alte: nebbia, pecore e Rock&Roll
Una giornata strana sulle piccole dolomiti, di quelle in cui il meteo sembra cambiare umore ogni mezz’ora, i chilometri sembrano moltiplicarsi e le stranezze si accumulano come i sassi sul sentiero. In compagnia di Matteo e Riccardo, alla scoperta di un anello relativamente poco battuto per la lunghezza ma comunque pieno di sorprese.
Dislivello positivo: circa 900m
Distanza: 19km
Interesse paesaggistico: 3/5 (colpa della nebbia)
La partenza è fissata al bar ai Castiglieri a quota 1000m, nella “busa” di Recoaro Mille. Zaino in spalla e via. Come spesso accade, la scelta dell’itinerario si fa democratica e determinata: “C'è la strada è vero, ma seguendola la allunghiamo”.
Decidiamo quindi di risalire direttamente la pista da sci. In circa un’ora, dopo una salita breve ma sfiancante sotto un sole cocente, raggiungiamo Sella del Campetto a quota 1527m. Sosta rapida per una foto e un sorso d’acqua, poi ci rimettiamo in marcia.
Pochi passi dopo, tutto cambia: ci ritroviamo immersi in una nebbia fitta, quasi irreale. Una coltre silenziosa che ci accompagna lungo tutto il crinale, dove incontriamo un simpatico e rumoroso gregge di pecore e, poco più avanti, un chiosco con due gazebo e qualche persona del posto lì per distribuire cibo e bibite. Tavoli deserti, non ci facciamo domande sul perché siano lì.
Proseguiamo verso Passo Ristele, con la nebbia sempre più fitta. Il sentiero, pur correndo lungo pietraie e costoni rocciosi ai piedi del Gramolon, non presenta difficoltà tecniche: scorre tranquillo e costante.
Al passo (quota 1641m) ci fermiamo per il pranzo e quattro chiacchiere con una simpatica sconosciuta di passaggio.
In quei 10 minuti di sosta siamo riusciti a coniare il termine "Pesti nel misto" a cui ancora deve essere attribuito un significato, ma pare che indichi un andamento relativamente sostenuto nei tratti composti da leggeri sali-scendi del sentiero (grazie Matteo per la spiegazione).
I chilometri e la prima salita sotto il sole cominciano a prenderci alla testa, ma in fondo è anche questo il bello.
Dopo le perle della sosta, inizia la discesa che dal passo va in direzione del Rifugio Cesare Battisti alla Gazza, lungo un ripido canalino con stretti tornanti: un vero e proprio tratto “spaccagambe” che ci fa perdere rapidamente quota. In breve raggiungiamo il Sentiero dei Grandi Alberi, frequentatissimo da famiglie e gruppi. È un tratto facile, immerso nella natura, quasi una passeggiata.
È il momento di un'altra perla della giornata.
In lontananza si sente della musica provenire da una malghetta. Matteo scherza:
“Se mettono Romeo and Juliet dei Dire Straits, mi fermo qui per la birra.”Svoltiamo la curva e... le note sono proprio quelle dei Dire Straits, anche se con Sultans of Swing. Non ci crediamo, acceleriamo il passo. L'entusiasmo cala quando, dopo i Dire Straits parte Alan Sorrenti. Niente di personale eh, ma decidiamo che la birra la berremo al parcheggio.
Torniamo sulla (purtroppo) asfaltata strada che chiude l’anello e ci riporta ai Castiglieri. Lungo il percorso una bancarella adibita alla vendita di olio CBD, ma non ci facciamo troppe domande, ormai abbiamo un solo pensiero: birra. Arrivati al punto di partenza la giornata ha ancora un'ultima emozione da regalarci: sta per iniziare un concerto live. Birra in mano, ci godiamo il soundcheck composto principalmente dalle imprecazioni tra i membri della band, quattro singolari personaggi carichi di energia ma non ancora abbastanza di alcool. La maglietta del bassista parla chiaro:
"Non si smette di suonare perché si invecchia, si invecchia perché si smette di suonare."Il gruppo si chiama Rivalvolati on The Road, e attacca con la giusta carica i grandi classici blues e rock anni ’70.
È il momento del rientro: ripercorriamo mentalmente i momenti della giornata e decidiamo nuovamente di non porci altre domande.
Torniamo a casa con le gambe stanche ma lo zaino pieno, ancora una volta, di una piccola grande avventura vissuta a pieno.